La Storia
Nella primavera del 1972 alcuni componenti dell'attuale Gruppo "Teatro della Scodella" esordivano nel teatrino della scuola elementare di Boscoreale.
Era l'epoca della Filodrammatica del "Circolo 2001", ed insieme l'inizio di un cammino teatrale che vedeva Salvatore Federico regista, guida ed animatore del gruppo. Da quel primo lavoro di Eduardo, "Natale in casa Cupiello", attraverso tantissimi lavori "Salvatore" seppe valorizzare e mettere in luce le potenzialità e le doti dei nostri "anziani" e di quanti via via si avvicendarono nel gruppo, educando, nel contempo, i cittadini di Boscoreale ad essere veri spettatori. La crescita e la maturità del gruppo portarono alla formazione del "Gruppo 77", che ancora tanto ha dato al teatro a Boscoreale. Veniva man mano consolidandosi, in Salvatore in primis e in tutti gli altri, la consapevolezza che, per crescere, il teatro aveva bisogno di un "vivaio", così come di mettere insieme le espressioni più positive dei vari gruppi nel frattempo formatisi.
Salvatore non è riuscito a realizzare questo sogno. Ma il germe del "vivaio" è stato gelosamente custodito da quanti con lui lo avevano condiviso. Ecco quindi, nell'87, nascere il Gruppo "Teatro della Scodella". In questo lasso di tempo il pubblico ci ha visto poco, e forse più d'uno avrà pensato che con la scomparsa prematura di Salvatore il teatro a Boscoreale fosse morto.
Non è assolutamente vero: l'eredità lasciataci non poteva morire, bisognava trasmettere ad altri quell'amore per il teatro che tanti di noi non hanno mai smesso di covare dentro e che però ritenevano sterile continuare ad esternare da soli. Il silenzio, dunque, non è stato assenza, ma riflessione, preparazione, perché si concretizzasse il "sogno". Perciò dal 1990 la "Scodella" ha in parte mutato pelle: non più solo "Compagnia", ma anche "Laboratorio". Così tanti giovani che non hanno conosciuto Salvatore potranno arricchirsi del bagaglio di esperienze e di conoscenze che anche grazie a lui abbiamo accumulato.
Parecchio lavoro "tra le quinte" dunque, ma non per questo meno importante, per gli "anziani"; i quali ancor oggi nutrono, probabilmente in modo più "adulto" e consapevole lo stesso entusiasmo di quel lontano 1972.